Campagna di affissione del Südtiroler Heimatbund partito secessionista che promuove la riunificazione dell’Alto Adige con il Tirolo. Nel manifesto affisso sulle pensiline bus dell’Alto Adige, uno dei tanti che ormai siamo abituati a vedere, si fa riferimento al fatto che da 100 anni (era il 1923) l’Alto Adige ha appunto questo nome, dovuto dall’italianizzazione del periodo fascista. Italianizzazione della toponomastica che è il preludio della cancellazione della cultura di un popolo. Un fascio littorio sostituisce la T.
Non voglio entrare nel merito di questa annosa discussione ma fare una riflessione completamente diversa. Io sono nato qui, i miei genitori anche, i miei nonni no. Sono immigrati da parte di madre dalle Marche e da parte di padre dal Veneto. Per “italianizzare” l’Alto Adige nel dopoguerra gli è stato offerto un lavoro e una casa. I miei nonni, così come i miei genitori, io pure, non abbiamo mai avuto nulla a che spartire con il fascismo. Così come il resto degli immigrati che hanno poi popolato la regione.
Io capisco il risentimento, ma qui stiamo andando oltre. Stanno facendo a noi, figli di immigrati, quello che ritengono sia stato fatto a loro ovvero la cancellazione della propria identità culturale. La strada intrapresa da sempre è quella della convivenza, del rispetto di entrambe le culture. Abbiamo un valore aggiunto incredibile in questa regione, l’essere a cavallo tra due culture, nord e sud. Invece di farne tesoro e ricchezza c’è ancora chi usa questi argomenti per dividere la popolazione e farne un’arma di conflitto sociale.
Gli estremi politici si incendiano perché sanno che giocare con questi argomenti vuol dire raccogliere facili consensi. La parola Kulturverbrechen (crimine culturale) contiene il termine cultura che stride al pari di quel fascio littorio. Qui non c’è cultura, c’è esattamente l’opposto. Non bisogna cadere nel tranello.
Non mi sento italiano, non mi sento tirolese…mi sento altoatesino o südtiroler che dir si voglia. Questa è la mia terra, la mia heimat. Sono stanco di sentirmi un fascista usurpatore indesiderato.
Serve una politica che unisca non che divida.