La stagione teatrale del Teatro Stabile di Bolzano si è aperta (finalmente) con una rappresentazione piuttosto difficile. PPP. Profeta Corsaro, testi di Pier Paolo Pasolini tratti da Scritti Corsari e Lettere Luterane resi per la scena da Leo Muscato e Laura Perini.
Per quanto si possa essere portati a pensare il teatro non è sempre “leggero” e PPP. Profeta Corsaro non lo è affatto. Dopo due anni ci voleva però una “sveglia” così a ricordare che il teatro è anche e soprattutto una comburente per la mente. Ci ho messo una settimana a “digerirlo” o meglio a cercare di capirlo. Ammetto che non conoscevo Pasolini se non per la sua fama.
Sentire certe parole, certe frasi dette 50 anni fa e oggi così attuali come il ritratto del processo di decadimento della società lascia un acido amaro in bocca.
Perché ci stiamo trasformando proprio in ciò che il “Profeta” ha profetizzato.
“I beni superflui rendono superflua la vita”.
Durante lo spattacolo si ascoltano le parole di Pasolini attraverso una attrice e 4 attori che sembrano incarnare le varie anime del poeta.
È un fiume di parole impetuoso, una serie di pensieri così concentrati che per capirli appieno bisognerebbe ascoltarli più e più volte.
Ad accompagnare i dialoghi e a offrire qualche minuto di respiro in questa sorta di apnea di dialoghi è l’orchestra dal vivo Haydn che sullo sfondo regala dei pezzi classici.
Sono uscito confuso e affascinato da Pasolini. Chissà cosa direbbe oggi dei social e di come si sta trasformando la società dei consumi.
A volte, proprio nei social, vedo un mondo che non capisco né riconosco più neanche io. Non credo sia solo una questione di età.
“Il potere è divenuto un potere consumistico, infinitamente più efficace nell’imporre la propria volontà che qualsiasi altro potere al mondo. La persuasione a seguire una concezione edonistica della vita ridicolizza ogni precedente sforzo autoritario di persuasione.”