Ultimamente va molto di moda parlare male, snobbare o denigrare i selfie ovvero gli autoritratti. Io stesso li ho citati in un mio post umoristico sugli stereotipi fotografici.
Oggi sembra che il mondo si divida tra:
- chi si fa i selfie e se ne frega
- chi si fa i selfie e ne parla male
…ma i selfie se li fanno tutti…forse qualche eccezzione negli ex intellettuali di sinistra ma tant’è che pure l’Unità ha chiuso i battenti.
I selfie però costituiscono le radici della fotografia….ok scritto così suona male…riproviamo:
I ritratti costituiscono le radici della fotografia.
Ai tempi del dagherrotipo, vedi qui per approfondire, la fotografia stava nascendo. I tempi di esposizione sulla lastra di rame erano di qualche ora (no, non ho scritto male) e la cosa più sconcertante era che la gente ancora non capiva bene cosa farsene della fotografia.
I ritratti tuttavia esistevano da sempre e il desiderio di farsi immortalare sulla lastra di rame ben presto prese il sopravvento.
Proprio per la grande richiesta di ritratti fotografici la tecnica del dagherrotipo subì una grande accellerata che ha portato poi allo sviluppo della tecnica fotografica del negativo e positivo che ha dominato incontrastata per 150 anni prima dell’arrivo del digitale.
Per cui non c’è da stupirsi, né da vergognarsi, se il ritratto o autoritratto o selfie sia così di moda…in realtà lo è sempre stato e sempre lo sarà.
Per cui lunga vita al selfie…e se è originale tanto meglio!
p.s.
Si sono conscio che c’è una sottile differenza tra ritratto e autoritratto ma l’idea di base è sempre la stessa. ;-)
La domanda da porsi non è cos’è il selfie ma: cos’è il RITRATTO?
Il selfie è solo la conseguenza di una opportunità tecnologica che ha preso piede sull’Ego. Non sapendo chi siamo, cerchiamo il riconoscimento degli altri.