Diciamolo che Bolzano la ruota panoramica se la meritava proprio. Vuoi anche solo per i suoi 55 metri di altezza per battere i 33+5 di Trento. Vuoi mai che se a Trento fan qualcosa noi dobbiamo essere di meno. Ma qui la questione non è solo campanilistica per rimanere in tema di altezze.
Bolzano meritava la sua ruota panoramica perché sarà il modo migliore per ammirare i suoi innumerevoli cantieri. Cantieri che negli ultimi mesi caratterizzano le nostre giornate di pioggia. Non vedo l’ora di poterci salire per poter ammirare finalmente Bolzano a 360°. 180° di vista saranno occupati dall’area ferroviaria e qui si potrebbe aprire un filone di dibattito molto interessante sul fascino del treno e delle rotaie. Metafora del viaggio interiore che ogni uomo percorre per…arrivare a Bolzano. Altri 20° di visione sono dedicati all’area dove sorge la ruota. Il fascinoso parco stazione con i suoi tipici spacciatori che sono pure finiti su Striscia la Notizia. Il triangolo viabile della stazione: via Garibaldi, viale Stazione e via Alto Adige. Nelle ore di punta si contano più dispersi che in un anno nel triangolo delle Bermude. Ma proprio in questo triangolo si concentrano dei panorami molto interessanti soprattutto per gli umarell, termine bolognese per definire gli anziani che guardano i cantieri spesso regalando consigli non desiderati. L’umarell sulla ruota è “la morte sua“, l’accoppiata perfetta. Tanto perfetta da surclassare Stanlio e Olio, Gianni e Pinotto, Gino e Michele, Mork e Mindy, le Kessler e tutte le altre coppie famose.
Dall’alto della ruota panoramica di Bolzano si potrà vedere il cantiere del Walther Park di Benko. I più fortunati riusciranno ad ammirare la demolizione dal vivo dell’Hotel Alpi o quantomeno le sue ceneri. La ruota poi affianca un palazzo destinato ad essere abbattuto a breve. Fotografarlo sarà come portarsi a casa un pezzo di muro di Berlino prima che venga abbattuto. Si potranno ammirare tutti i cantieri limitrofi, da Piazza Verdi fino a Piazza Walther dove svetta la gigantesca gru del Palais Campofranco. Qui ci sono anche i resti del Ginkgo Biloba, una pianta in un vaso gigante (per tutelarlo e valorizzarlo dicono, ma poi è come un pesce in acquario).
Insomma per l’umarell non c’è storia, tutti i cantieri a vista d’occhio. Ho sentito di pensionati e non, associarsi per seguire insieme l’andamento dei lavori. Day by day a turno nella stessa cabina armati di taccuino e smartphone per documentare lo stato dei lavori, gruppo WhatsApp incluso.
A questo punto ci rimangono gli altri 160° di panorama: lo skyline bolzanino, noto e rinomato in tutto l’Euregio, ma che dico l’Euregio, l’Europa intera tant’è che molti inglesi sono contrari alla Brexit proprio per non perdere il privilegio di sentirsi parte della comunità. Lo skyline bolzanino è sicuramente meno monotono del canto dell’upupa. Tetto, tetto, tetto, tetto, tetto, tetto, campanile del duomo, tetto, tetto, tetto, tetto, ecc. Per trovare qualcosa di interessante bisogna spingersi nelle zone nuove della città ma ahimè sono ben lontane dalla vista dalla ruota.
Ma però ci sono le montagne, eh già le montagne, Bolzano è in una conca. Ok è vero diciamo che il 5% del panorama montano è composto dalle Dolomiti, Catinaccio e Sciliar sono visibili in parte dalla ruota, sempre se non ci sono le nuvole, se non c’è foschia e se non è buio, stanno valutando l’illuminazione notturna delle torri del Vajolet ma ci vorrà ancora tempo.
Il restante 95% del panorama è costituito da montagne piacevoli in estate, primavera ed autunno ma in inverno e senza neve offrono 50 sfumature di verde marron noia. La collina di Santa Maddalena è forse la parte più interessante ma, ripeto, è la stagione sbagliata.
Francamente e seriamente da amante di questa città, amante di fotografia, amante della montagna, non trovo nessun motivo di fascino nel giustificare la vista dalla ruota panoramica. Bolzano non è la nuova Parigi o Londra. Ha molti altri pregi (e difetti) ma non certo lo skyline. Poi bastano 20 minuti di passeggiata, salendo lentamente in quota, per godere della stessa, anzi forse migliore, vista. Vedi ad esempio la passeggiata di Sant’Osvaldo o quella del Guncina. Basta anche solo salire al Colle o sul Virgolo.
Ma no è giusto così, avremo la nostra ruota, ci saliremo e saremo contenti di aver speso 9 euro (6 i bambini) per aver goduto di più o meno 120° di visibilità ad ogni giro. Già perché la ruota sarà anche alta ma sbuca solo per poco dal palazzo ex Camera di Commercio e dagli alberi sottostanti. Fortunatamente la ruota gira.
Sarà una spinta decisiva al turismo natalizio, perché in fondo Bolzano è una città ormai venduta al turismo e al suo indotto. Da una parte ci stanno i bolzanini negozianti, dall’altra ci sono quelli che godono del cosiddetto indotto turistico (proprietari dei negozi in testa) ed in mezzo quello che l’indotto stanno ancora cercando di capire cosa sia. Si è voluto fare del centro storico un centro commerciale naturale, si sta costruendo un centro commerciale elitario a due passi da piazza Walther, si stanno portando turisti in città a frotte che imperversano quotidianamente per il centro storico. Ho visto cose che a volte neanche a Venezia. Fatto 100 il numero di turisti, fatto il 50% (numeri per esempio) quelli che comprano è semplice capire che aumentando il numero totale, aumenta la percentuale utile. Il tutto a spese di una città che sembra sempre più un Luna Park. Venghino siore e siori, non avendo nulla di meglio da offrirvi ecco qui la città che fonde la cultura italiana e quella tedesca, la città che vi offre il più bel mercatino di Natale in Italia. Ed ecco che la ruota non poteva mancare.
Evidentemente dopo tanti anni il mercatino non deve più “tirare” così tanto e allora oggi la ruota e domani? La piovra in mezzo a piazza Walther che ruota attorno alla statua di Walther von der Vogelweide? La giostra calcinculo intorno al Ginkgo Biloba? Oetzi ricostruito in 3D che parla, si muove e recita le frasi in 12 lingue, dialetto sudtirolese compreso?
Per noi bolzanini, quelli che…una volta il sabato dopo mezzogiorno vedevano diventare la città un mortuorio e nel pomeriggio andavano a Trento al centro commerciale per vedere un po’ di vita e ci si abbandonava allo shopping…poi è arrivato Amazon. Per noi, dicevo, è una sensazione strana. Abbiamo visto questa città cambiare, Oetzi e le sue file, il primo centro commerciale, turisti come se non ci fosse un domani, situazioni di traffico che un milanese prova solo alle 4 di mattina di ferragosto.
Ci faremo andare bene anche la ruota, la criticheremo, ma poi la ameremo come tutto il resto. Ma cara politica non dimenticarti dell'”indotto culturale“. La ruota non ci costa nulla, vero, ma non basta. Vorrei che ci facesse guadagnare un po’ tutti e che quel guadagno non fosse solo destinato ad un marketing selvaggio. Destiniamo una (buona) parte alla cultura che di questi tempi ce n’è bisogno.
Perché poi alla fine, noi si vota…ruota o non ruota.