Il sessismo nella comunicazione. Stereotipi duri a morire.

Non sopporto il sessismo, non sopporto le discriminazioni di genere, non sopporto gli stereotipi ma ancora meno sopporto le intimidazioni.

Partiamo dai fatti. Mia moglie, architetta, riceve la newsletter della Fondazione Architettura dell’Alto Adige, costola dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Bolzano. Nell’ultima newsletter viene pubblicizzato il blog della Fondazione con l’immagine che segue.

Penso non ci voglia molto a capire che, come al solito, viene utilizzato nel linguaggio pubblicitario il solito modello stereotipato che vede la donna in posizione subordinata o comunque inferiore rispetto all’uomo. Lei cameriera, lui in poltrona a leggere il giornale con tanto di cappello a cilindro, che attende di essere servito di notizie fresche di architettura e dintorni. Se siete uomini non ci farete caso e molto probabilmente anche se siete donne ma se ci pensate un attimo questo è sessismo bello e buono. Possibile che nel 2020 si debba ancora ricorrere a questi sterotipi? Mia moglie, arguta scrittrice, pubblica un post ironico sull’argomento che riporto:

CREATIVI

Bolzano, venerdì sera, sede della Fondazione Architettura: brainstorming tra creativi…- Uè, raga… c’è bisogno di un po’ di carne fresca che scriva per il blog!

– Eh… vabbè… mandiamo una newsletter agli iscritti all’albo e chiediamo volontari.

– Sì, ok… ma non è che possiamo mandare una banale newsletter, che non la guarda nessuno. Mandiamo qualcosa di più accattivante, così magari qualcuno si fa vivo!

– Fondo di un lago, amo che scende dall’alto con esca attaccata, pesce davanti che si chiede se abboccare o meno, scritta “Fatti catturare dall’architettura”? Con l’amo si capisce pure che è solo per la gloria…- Ma no, dai… qualcosa di meno scontato!

– Zio Sam, dito puntato, “We want you!”- Naaa… troppo “That’s Ammerica!”

– Braccio di cacciatore di farfalle con retino, ma al posto delle farfalle un po’ di architetture svolazzanti e “Aiutaci a prendere solo le migliori!”… e poi un po’ di bla bla bla di contorno- Farfalle? Ma ti pare? Al massimo un cacciatore con un fuc…

– MA PER CARITÀ… che poi ci saltano addosso tutti gli animalisti!

– Ah, già…- Architettura stilizzata a simulare il logo Nike (possiamo pure stilizzare il logo del blog) e… “JUST DO IT”. E poi la solita spiegazione.

– Nooo… già visto… poi magari qualcuno crede che stiamo organizzando una competizione sportiva e la cestinano senza neppure leggere.

– Dalla scimmia all’uomo (facciamo solo le ombre stilizzate), ma con dietro albero, poi grotta, poi palafitta, ecc., fino ad arrivare all’architettura contemporanea. Poi “Evoluzione è: fare architettura, parlare di architettura. Fallo con noi!”.

– Troppo darwiniano…

– Foto di Freud e: “Esistono due modi per essere felici in questa vita, uno è fare architettura e l’altro è parlarne. Parliamone insieme!”

– Troppo freudiano…- ECCHEPPALLE! Ma non ti va mai bene niente! Ok ok… senti questa: foto di Rita Levi Montalcini e slogan “Meglio aggiungere parole all’architettura che non architettura alle parole. Vogliamo le tue parole!”

– MIIIIIIIII… non lo capirebbe manco… manco… manco la Montalcini!

– Margherita Hack e…- ALT!!! FERMI TUTTI!!! Ho io l’idea vincente! Incisiva, moderna, al passo coi tempi, politically correct e, soprattutto, genderfree!

https://www.facebook.com/alessandra.fella.1/posts/2740553919518641
Il post originale

Dopo averlo letto ammetto di non aver capito subito e, per inciso, neppure due amiche di mia moglie, tant’è che lei ha dovuto spiegarlo nei commenti.

Non voglio addentrarmi nell’argomento ma una vita di condizionamenti con stereotipi sessisti impedisce a volte di vedere le cose dal punto di vista giusto.

Ma fin qui nulla di nuovo. Quello che mi ha lasciato completamente basito è che la sera dopo aver pubblicato il post mia moglie riceve una telefonata da una donna che le chiede di cancellare il post in quanto viene citata la Fondazione che è estranea a tutto ciò e che è stata una “svista” del grafico.

Io sento la telefonata e credo che sia giusto evidenziare alcune cose. Innanzitutto una donna che chiama un’altra donna. È più che ovvio che dietro c’è un uomo che non ha avuto il coraggio di affrontare mia moglie e manda avanti un’altra donna (si sa tra donne ci capiscono). Non si possono scaricare le colpe al grafico. Un grafico ha le idee ma è il committente che è responsabile di ciò che viene pubblicato a proprio nome. Sarà un grafico uomo, sicuramente che anche lui è vissuti di stereotipi, per carità non facciamo il processo ai grafici ma il “visto si stampi o si pubblichi” lo da il cliente.

Quella telefonata mi ha lasciato eramente l’amaro in bocca e mi fa precipitare mentalmente in situazioni che non dovrebbero esistere. Pensare di “aggiustare” le cose con una telefonata e una richiesta di cancellazione è veramente una cosa orribile.

È stato fatto un errore, questo è indubbio, ma perché cercare di nasconderlo e di nascondersi in maniera così goffa? Queste sono le situazioni in cui andrebbe presa una posizione, fatte delle scuse a tutte le donne e in primis le architette e redatte delle linee guida per una comunicazione corretta.

Invece no. La colpa è del grafico…e tra il resto ho saputo che questo banalmente si è pure scusato prendendosi le colpe. Ma, come detto prima, la colpa non è sua.

Io allora ringrazio alcune amiche che ho su Facebook che con i loro post portano avanti una campagna contro tutto ciò e che mi aiutano ad aprire gli occhi. Siamo lontani anni luce ma se non si comincia a cambiare modo di vedere le cose e ad ammettere gli errori non si cambierà mai.

Voto lettori
- Voti: 1 Media: 5

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *