Una ragazza di 15 anni struprata a Bolzano e un tram deragliato a Padova possono avere qualcosa in comune?
No, verrebbe da dire. A meno che dal cappello magico non tiriamo fuori il famoso effetto farfalla.
Il mio sarà un post lungo e a tratti contorto per cui cercherò di spiegarmi per gradi.
Il fatto dello stupro della ragazzina
Partiamo dai fatti. E’ notizia di oggi (2 luglio 2019) che la ragazza di 15 anni che agli inizi di maggio 2019 denunciò uno stupro da parte di due extracomunitari nei pressi del ponte giallo di Bolzano, ha ritrattato tutto dicendo che si era inventata la storia per attirare le attenzioni del suo ragazzo.
Il tram deragliato a Padova
In realtà non è deragliato nessun tram a Padova. Sul quotidiano online il Mattino di Padova è apparsa la notizia che dei ragazzini in skateboard si divertono o meglio sfidano la sorte, attaccandosi al tram in corsa e postando i video in rete.
Fin qui nulla di strano…si fa per dire. Se andiamo a vedere l’articolo del Mattino di Padova qui di cui riporto anche lo screenshot qui sotto, notiamo che l’immagine usata per condividere la notizia sui social è quella di un tram deragliato…che non c’entra assolutamente nulla.
E’ un tipico caso di click bait ovvero un acchiappaclic. In poche parole si vuole attirare l’attenzione usando un titolo od una immagine fuorviante per generare un click, una reazione o una condivisione social. Per non pensare sempre male si potrebbe anche credere che cercando in archivio una immagine del tram è saltata fuori solo quella ma sarebbe una stranezza ancor più strana.
Clickbait d’autore
Normalmente la tecnica dell’acchiappaclic è usata da portali di notizie che esistono solo per guadagnare tramite gli annunci online. Ormai è risaputo che pochi leggono le notizie per intero. Soprattutto sui social dove per essere visibili con la propria pagina bisogna generare engagement, ovvero reazioni da parte degli utenti, è una tecnica usatissima. Il fine è quello di generare click, commenti, reazioni…qualsiasi cosa pur di far numero.
Perché quel numero è quello che conta per vendere pubblicità.
Se noi prendiamo un investitore che vuole raggiungere un determinato target di utenti con la propria pubblicità questo andrà da chi fa più numeri a prescindere dal livello qualitativo.
Così anche il giornalismo (quello vero) online deve sottostare a queste assurde regole del gioco. Un giornale deve vivere, deve pagare i giornalisti. E’ importante che per vendere gli spazi pubblicitari ci siano accessi, numeri notevoli e rilevanti. Pertanto ogni tanto pare concessa la licenza di usare tecniche di clickbait.
Ma qui non voglio parlare del futuro del giornalismo online quanto del fenomeno che c’è dietro.
Click, like, mi piace
Oggi tutto si misura in click, likes, followers, commenti, condivisioni, ecc. ecc.
Soprattutto nei giovani questo “metro distorto” condiziona l’esistenza in modo maniacale. Se non hai likes non sei nessuno. E’ un esempio che diamo noi grandi, vedi il discorso del clickbait di prima. E se lo fanno i grandi vuol dire che è legittimo. Apparire prima di essere. C’è un mondo fake qui dentro e lo abbiamo creato noi e lo stiamo consegnando ai nostri figli.
L’effetto farfalla
Torno dunque sulla notizia della ragazza che ha finto lo stupro. Tra le tante reazioni dopo questa notizia non ne ho letta una che si interrogasse sul perché? Perché una ragazzina di 15 anni ha avuto bisogno di fingere una cosa tanto grave? Cosa è passato nella sua testa per inventarsi questo?
Io non lo so di preciso ma credo che sia un grido di aiuto. Un modo per attirare l’attenzione su di sé. Se guardiamo questo fatto sotto una chiave social ecco che possiamo interpretarlo come una fake news per generare attenzione ovvero engagement ovvero clik, likes, commenti e condivisioni. Ovvero ciò che vediamo costantemente sui social network.
Ogni particella dell’universo influisce su ogni altra particella, per quanto debolmente o indirettamente. Ogni cosa è interconnessa con ogni altra cosa. Il battito delle ali di una farfalla in Cina può influire sul percorso di un uragano nell’Atlantico.
Douglas Adams
Il battito d’ali della farfalla siamo noi con le nostre falsità, la nostra superficialità, le nostre fake news, ecc.
L’uragano è quella povera ragazza vittima di questo contorto meccanismo che porta la bramosia dell’attenzione a livelli maniacali e distorti.
Mi auguro che venga aiutata, non colpevolizzata e soprattutto non ignorata. I colpevoli siamo noi non lei.