Qualche giorno fa elaborando una foto scattata da casa del Catinaccio / Rosengarten mi accorgo di una strana struttura giallo/arancione nei pressi del giardino delle rose a fianco della struttura del rifugio Santner (2734 slm). Prima penso sia un qualche artefatto fotografico poi mi rendo conto che è proprio una gru a torre e anche piuttosto alta. Cercando su Google scopro che si tratta della gru del cantiere del nuovo rifugio Santner, una struttura a forma di tetto spiovente a 3 piani, 12 metri di altezza per un totale di 32 posti letto (Il Dolomiti). Progetto approvato “politicamente” senza pareri (comunque non vincolanti) delle associazioni alpinistiche CAI e Alpenverein sulla fase finale dello stesso (Alto Adige).
Certamente le procedure saranno state fatte in modo regolare. Il proprietario del rifugio ha sicuramente le sue ragioni e motivazioni economiche ma la questione che mi pongo va al di là del mero aspetto legale/burocratico. Possibile che nessuno ponga l’accento sull’impatto ambientale, sullo sfruttamento di un bene comune, nonché Patrimonio dell’Umanità Unesco, ai fini privati. Quella nuova struttura rimarrà lì a deturpare un paesaggio unico e spettacolare negli anni a venire. Potrà anche essere firmata dall’ultimo archistudiostar di turno, costruita con materiali certificati eco qualcosa, ma di fatto rimane un “ecomostro” di 12 metri. Di “rifugio” rimarrà soltanto il nome. Sembra che il trend sia proprio quello di costruire strutture lussuose in posti idilliaci come sta succendendo in gran parte dell’Alto Adige Südtirol che ormai si conferma sempre più diventare un grande parco a tema con continue nuove attrazioni turistiche. Come prossimo step mi aspetto un servizio elicotteri per persone facoltose.
La montagna è data dal paesaggio e quest’ultimo è un bene comune. Come si può permettere ad un privato di modificare e stuprare l’ambiente per scopi commerciali? Questo non dovrebbe succedere, non più oggi. Tra il resto una struttura per 32 posti letto avrà un impatto ambientale non indifferente. Per i pasti, il bere, l’acqua, la corrente, i rifiuti e tutto quello che comporta l’urbanizzazione del luogo. L’impatto zero non esiste, non nella realtà almeno. Possiamo coprirci di certificazioni bio, eco, ecc. ma il carico antropico non si può annullare.
Possiamo far finta di non vedere o di non voler vedere come nel caso di questo rifugio e di tante altre strutture. Oppure possiamo nasconderci dietro tante belle motivazioni cariche di realismo socio politico ma di fatto questo non toglierà il rifugio di mezzo.
Non bisognerebbe neppure arrivarci a discutere l’impatto di una costruzione in quell’ambiente, semplicemente non dovrebbe starci e basta. Il paesaggio e l’ambiente andrebbero tutelati non al fine di abbellire ulteriormente il “parco divertimenti” quanto proprio per preservare il luogo e l’ambiente che lo circonda.
Leggo che la Fondazione Dolomiti Unesco ha dato il via libera al progetto…e rimango basito anche di questo fatto.
In montagna da anni si assiste al fenomeno dell’over tourism, a forme di fruizione che tutt’altro sono che ecologicamente sostenibili.
Qui ci troviamo in un’area cuore del patrimonio che dovrebbe rimanere più pura possibile.
Sovrapponendo il disegno alla foto, pur valutando ad occhio la dimensione l’immagine che vedete sotto simula l’impatto visivo del rifugio sul panorama.
Lì nel bel mezzo del giardino delle rose campeggerà questa struttura tronfia della stupidità umana.
Potremmo ammirarlo tutte le volte che vogliamo con un buon binocolo anche da casa.
Ovviamente ogni medaglia ha due facce, prendiamo per esempio il rifugio Alberto I° sempre sul Catinaccio. Brutto come pochi eppure a suo modo diventato parte integrante del paesaggio della conca ai piedi delle Torri del Vajolet. Eppure è così, la montagna è piena di questi ecomostri che erogano aperitivi e piatti tipici come un qualsiasi bar di città. La montagna è alla portata di sempre più persone che vogliono trovare tutte le comodità. Forse sono un caso particolare io che quando vado in montagna mi porto (e riporto) tutto il vitto necessario. Poi, ovviamente, un dolce e un bicchiere di vino lo apprezzo dopo una lunga salita ma non è fondamentale.
Per molti invece lo diventa. Recensioni Google e Tripadvisor obbligano a dar voce alle richieste più balzane.
Il nuovo rifugio Santner è ormai cosa fatta e diventerà un edificio iconico da instagrammare ma non sarà più lo stesso luogo di prima.
Comunque, per parafrasare un film appena uscito, meglio non guardare in alto e in particolare là a 2.700 metri di altezza in mezzo al massiccio dolomitico del Catinaccio/Rosengarten.
UPDATE LUGLIO 2022: l’ecomostro del nuovo rifugio Santner è a metà strada