Da meno di un anno io e mia moglie abbiamo scoperto di avere un bambino plusdotato o ad alto potenziale o gifted, certificato da una valutazione del LabTalento di Pavia. Il 24 ottobre 2019 in occasione della giornata mondiale della plusdotazione siamo andati a Milano alla Bocconi al convegno “Plusdotazione e alto potenziale e talento“.
Molti i personaggi intervenuti, da Andrea Battistoni della Commissione Famiglia e Disabilità, Presidenza del Consiglio alla indiscussa figura di riferimento in Italia sull’argomento la Dott.ssa Maria Assunta Zanetti del LabTalento dell’Università di Pavia.
Sono emerse molte cose interessanti, alcune nuove altre già note.
Voglio fissare qui alcuni punti che ho trovato interessanti.
La politica
A livello politico qualcosa si sta muovendo, lentamente e i repentini cambi di governo non aiutano di certo a portare avanti quei progetti che dovrebbero portare dei fondi da destinare alle scuole per valorizzare i bambini di talento. Un esempio la Legge 107 Buona Scuola, il cui art 1. comma 9 prevede che il dirigente scolastico possa individuare percorsi formativi finalizzati alla valorizzazione del merito scolastico e dei talenti.
In Slovenia screening in prima elementare
Tanto per dirne una in Slovenia, sì proprio in Slovenia, ai bambini in prima elementare viene già effettuato uno screening per capire se hanno delle plusdotazioni in modo da affrontare da subito quello che senza ombra di dubbio poi diventa un “problema”. In Slovenia…ripeto.
Cosa è la plusdotazione?
Tra una delle definizioni più usate vi è quella di Silverman del 1997 e dice: “è uno sviluppo asincrono in cui abilità cognitive sviluppate si combinano con una elevata sensibilità per creare delle esperienze interne e un livello di consapevolezza qualitativamente differenti dalla norma”.
Comportamento atipico e asincrono
Dietro quell’asincrono si nascondono molte insidie. Asincrono perché lo sviluppo dell’intelligenza razionale non va allo stesso passo dell’intelligenza emotiva. In poche parole si può tradurre che in un corpo dell’età anagrafica corretta si cela una mente più brillante propria di una persona di qualche anno in più. Metti il motore di una Ferrari in una macchina con le gomme di una Panda e otterrai un bambino plusdotato. Ovviamente la plusdotazione non necessariamente può essere del motore, ma di qualsiasi parte dell’auto.
Ed è proprio in questo disallineamento tra sviluppo cognitivo e fisico/emotivo che si crea il disagio sociale e lo stress emotivo.
I bambini plusdotati non lo sono in assoluto ma in determinate aree cognitive, ben definite dai test relativi come il WISC-IV che confronta:
- Indice di comprensione verbale
- Indice di ragionamento visuo-percettivo
- Indice di memoria di lavoro
- Indice di velocità di elaborazione
- QI (quoziente intellettivo)
- IAG (Indice abilità generale)
- ICC (Indice competenza cognitiva)
Un bambino plusdotato può aver imparato a leggere a 3 anni ma a 10 può non essere capace di allacciarsi le scarpe.
Caratteristiche di un bambino plusdotato
Si sono viste ricorrenti comportamenti riconducibili ad un bambino plusdotato.
Alcuni esempi, fermo restando che non si devono manifestare tutti insieme.
- Si annoia (vedremo meglio in seguito)
- Non ama il contatto fisico
- Mette tanta passione in ciò che gli piace
- É iperattivo, tocca tutto con le mani, non riesce a stare fermo
- Ha una gran capacità di memoria
- Non ama la competizione
- Ha elevate prestazioni in alcuni campi
- Ha poche amicizie (spesso per lui però sono tutti amici)
- É curioso e pone tante domande
- Ha diversi interessi
- É creativo
- Ha immaginazione
- Inventa giochi che per gli altri bambini (e adulti) sono troppo complessi
- Ha senso dell’umorismo
- É più rapido in alcuni apprendimenti
- Impara molte cose da solo
- É molo sensibile emotivamente
- É un perfezionista
- Fa un uso notevole della logica
- É capace di avere livelli di astrazione molto complessi
- Cerca soluzioni a molti problemi
- Ha un ampio vocabolario e usa frasi complesse
- Episodi di rabbia
- É testardo
- E’ prepotente
- E’ frustrato
- Ha una grande curiosità
- Ha un pensiero critico
- E’ impaziente
L’aspetto fisiologico
Studi fuori dall’Italia hanno dimostrato che il bambino plusdotato fa lavorare molto di più determinate aree del cervello, soprattutto della corteccia frontale e l’emisfero destro. Una sorta di “sovra-alimentazione” del cervello per tornare al paragone dell’auto. Questo può creare, data l’età dello sviluppo, una eccessiva pressione sanguinea nel cervello con conseguenti mal di testa. Quando ho sentito questo mi sono ricordato di tutte le volte che mio figlio lamentava mal di testa senza una apparente causa di altro tipo. Questo succedeva proprio nei periodo di maggior stress.
Ma questo vuole anche dire che il bambino spesso non ha modo di controllare queste sue capacità tramite l’uso della razionalità. Certi atteggiamenti e comportamenti sono più forti di lui.
La genetica
Altro aspetto per me nuovo è che la plusdotazione ha una fortissima componente genetica. Molti bambini plusodotati hanno un genitore che anche lo è. Anche in questo caso mio figlio ci rientra appieno e no, non sono io il genitore in questione.
A differenza di molte altre cose plusdotati si nasce e non si diventa.
Provate a nascere pesce fuori dall’acqua e poi vediamo come vi sentite.
Noia a scuola
Un bambino plusdotato soprattutto a scuola si annoia. Ma non lo fa con cattiveria, semplicemente il metodo didattico (in particolare quello per ripetizione) non va bene per lui. Spesso capisce al volo quello che c’è da capire e poi ovviamente la sua sete di conoscenza e di avere di più lo porta a stufarsi, annoiarsi e a cercare distrazioni e attenzione, quasi sempre disturbando gli altri.
La sua tendenza a essere iperattivo lo porta a comportamenti spesso malvisti dagli insegnanti.
Spesso il bambino plusdotato viene erroneamente segnalato come ADHD o DSA o DOP e ovviamente si perde molto tempo prima di capire quali sono i suoi problemi. Con mio figlio abbiamo “perso” 4 anni prima di capire il suo vero stato. Anni difficili e quelli futuri lo saranno ancora di più perché qui entra un capitolo molto importante ovvero la scuola.
La scuola e il bambino plusdotato
Il 5/8 % di bambini è plusdotato. Significa che in una classe di 20 elementi ce ne è uno se non 2. Eppure in Italia si parla poco di plusdotazione.
Le scuole e soprattutto gli insegnanti non sono preparati. Il bambino plusdotato è malvisto. Disturba, richiede un sacco di attenzione che un insegnante non può fornire. Viene visto come iperattivo (ADHD) come è successo anche a noi, con disturbi dell’apprendimento (DSA), come oppositivo provocatorio (DOP). Insomma tutto tranne che plusdotazione. Perché? Ma perché è molto più semplice. Perché purtroppo i comportamenti sono spesso gli stessi ma non lo sono le cause. Un bambino plusdotato è come se avesse una febbre di origine sconosciuta. La febbre può essere causata da moltissime patologie e spesso non è possibile neanche determinarne la causa. Ma nel 90% dei casi si cura il sintomo e non la causa.
Vi lascio immaginare cosa succede se in una classe ci sono un ADHD, un DSA, un DOP e un plusdotato. Tutti vengono messi su uno stesso piano, dagli insegnanti prima, dai bambini poi per finire con gli altri genitori che identificano nell’allegro quartetto i mali di tutta la classe e anche qui vi lascio immaginare le conseguenze in quei “luoghi virtuali” delle chat di WhatsApp come si possano scatenare molti genitori. I gruppi di WhatsApp sono la madre di tutti gli haters.
Quando poi tu giungi, dopo un lungo e faticoso cammino, ad una certificazione di plusdotazione le cose non cambiano poi molto. Non si può però fare una colpa alla scuola, almeno non del tutto. Spesso la buona volontà di taluni si scontra contro le reali risorse disponibili. Della serie, tu hai la febbre e io ho solo l’aspirina da darti per cui o così o così.
Plusdotato sì ma non ti sopporto più
Chiaramente in tutto questo turbinio di buone volontà, certificazioni e quant’altro c’è poi lui, il plusdotato che nel pratico di plus ha la enorme capacità di farti venire i nervi a 1000.
Tu puoi parlargli per ore di cosa è giusto e cosa è sbagliato. Lui ascolta, annuisce, sembra aver capito ma 5 minuti dopo la sua asincronia si manifesta in tutto il suo splendore e allora lì scattano di nuovo o desideri di castigo, percorsi di psicoterapia e nel peggiore, ma non infrequente, dei casi, i farmaci.
Lui non si concentra a scuola, non può, ha bisogno di qualcuno che lo punti e gli stia vicino.
Si arrabbia spesso e può diventare violento se le cose non vanno come voleva lui o se gli viene impedito di fare le cose che lui vuole.
E’ solo e abbandonato anche dai genitori che non lo capiscono e non fanno altri che rimproverarlo, brontolargli, dargli castighi e punizioni.
Viene allontanato dagli altri, a volte anche fatto stare a casa per riposarsi (successo anche a noi), scusa buona per allontanarlo e dare modo all’insegnante di proseguire con il solito “tran tran”, noioso ma sicuro.
Del calcio non gliene può fregare nulla ma si interessa ad esso solo per poter socializzare con i compagni.
E’ escluso da molti giochi o si autoesclude perché quelli degli altri sono troppo banali e i suoi troppo “strani” – ma lui non ragiona come noi. Il suo uso della logica, la capacità di lavorare mentalmente su più livelli lo rendono quasi un “alieno”.
Preferisce gli sport singoli dove solo lui è padrone delle sue capacità.
Purtroppo tutto ciò che lo rende unico è anche tutto ciò che lo rende “strano” e anche volendo capirlo non ci si riesce perché noi i “normali” non accettiamo questa diversità che per noi è incomprensibile, contraddittoria e spesso e volentieri nonsense…per noi.
Si comporta da stupido ma non lo è, la sua asincronia lo porta a essere così.
La plusdotazione non è una patologia ma non è neanche normalità.
Come gli X-Men avrebbero bisogno del loro Xavier che li porta in una scuola speciale dove poter sviluppare le loro capacità.
Tutti coloro che amano i supereroi dovrebbero capire che questi esistono davvero, se coltivati in maniera giusta.
Ci meravigliamo della fuga di cervelli ma qui abbiamo una enorme dispersione di talenti e non ce ne rendiamo conto.
Il bambino plusdotato va “maneggiato con cura” e guardato con degli occhiali speciali.
Può diventare una risorsa per la classe se adeguatamente coinvolto e stimolato.
Gli vanno dati compiti complessi e nuove sfide. Va stimolato dentro e fuori dalla scuola e non viceversa. A noi è stato detto più volte “non sovrastimolatelo”…sbagliato, va fatto proprio l’opposto.
Se riceve obiettivi difficili lui sta bene e cresce la sua autostima.
É responsabilità della scuola coltivare il suo talento.
Il convegno ha avuto molti interventi, da esperienze personali alla realtà virtuale sino ai progetti che stanno nascendo in Italia ma non solo. Relazioni toccanti ed interessanti che hanno contribuito a consolidare il quadro della plusdotazione.
Conclusioni
Concludo specificando che tutti questi pensieri e concetti, se non quando parlo di qualcosa successo a me, non sono tutti pensieri miei ma tratti dai discorsi e slides dei relatori del Convegno di Milano in particolare dalla relazione della Dott.ssa Maria Assunta Zanetti.
Faccio ben chiaro anche che scrivo queste cose sul mio blog non per parlarmi addosso ma perché spero di entrare in contatto con altri genitori con esperienze simili soprattutto di Bolzano e dell’Alto Adige per poter condividere le esperienze e farci forza tra noi. Essere genitore di un bambino plusdotato è complesso…complicato…spesso demoralizzante.
Non faccio nessuna accusa alla scuola in generale, io capisco benissimo gli insegnanti e la loro impotenza. Capisco i dirigenti che si trovano ad affrontare un campo nuovo e con poche strade battute.
Credo però che parlare sempre più di plusdotazione possa contribuire a far capire che il 5/8% della popolazione ha bisogno di qualcosa di diverso, di nuovo, di più stimolante. Qualcosa che oggi non c’è perché se ne parla troppo poco.
Sono diversi, ma non sono sbagliati.
Grazie per l’articolo splendido – da mamma di un figlio gifted sottoscrivo tutto, tranneuna cosa: i bambini gifted sono normali (anche se all’lato estremo della norma). Siamo noi cge dobbiamo corregere la nostra definizione di ciò che viene visto come normale. In altri paesi (sono straniera) comela Germania, dovela ricerca sugl plusdotati è molto più avanzata, lavoranoproprio su quello – di fare capire noi tutti che per quanto ci sembrano diversi questi bambini sono varianti dello spettro della normalità
Grazie a te. Certamente non va confuso il termine “normalità” inteso in senso statistico con “normalità” nel senso di diversità.
Sono una mamma di figlio con diagnosi di plusdotazione attualmente in difficoltà scolastica. Il nostro percorso è stato ed è tuttora tutto in salita in parte per la rigidità che ho riscontrato nel sistema scolastico italiano. Mi ritrovo in tutto ciò che è stato detto nell’articolo in particolare su quanto sia delicato e difficile in questi casi essere genitori.. Spero che al più presto si riapra il tavolo tecnico sulla plusdotazione e che siano forniti gli strumenti necessari agli insegnanti per individuare, sostenere e accompagnare questi ragazzi nel loro percorso di crescita.