Una situazione kafkiana indica
una situazione paradossale, e in genere angosciante, che viene accettata come status quo, implicando l’impossibilità di qualunque reazione tanto sul piano pratico quanto su quello psicologico. Il termine deriva da Franz Kafka, la cui opera è ricca di situazioni di questo tipo… (Wikipedia)
Volendo dare una forma pratica a questi termini basta telefonare al CUP Centro Unico di Prenotazioni dell’Alto Adige. Lunedì mattina mi accingo a prenotare una risonanza magnetica.
Chiamo il CUP (0471-457457), dopo 5 minuti di inutili messaggi (lingua, privacy, bla, bla, bla) una poco suadente voce automatizzata mi dice che per la radiologia bisogna far un altro numero ovvero lo 0471-908348 che è il diretto della radiologia dell’ospedale bolzanino. Ma quell’UNICO cosa ci sta a fare?
Chiamo allora lo 0471-908348 e dopo 21 (ventun) minuti di angosciante musichetta di attesa mi risponde una gentile (davvero) operatrice che con rammarico mi comunica che per la risonanza bisogna chiamare il CUP allo 0471-457457. Faccio notare che il CUP dice che per la radiologia bisogna chiamare loro e che la risonanza fa parte della radiologia. Annuisce e dice che sì lo sa ma non può farci nulla. Tra il resto mi consiglia di lamentarmi con qualcuno perché è sola e non riesce a star dietro a tutto, c’è bisogno di più personale.
Comunque riesce ad aiutarmi e mi da come prossimo appuntamento metà giugno. Chiedo se è possibile verificare anche le convenzionate come Bonvicini e mi dice che però per quello devo chiamare il CUP perché lei non può farlo.
Molto gentilmente mi mette il contatto con il CUP nuovamente.
Primo appuntamento disponbile per il CUP metà luglio alla Bonvicini.
A quel punto meglio l’appuntamto di prima che però l’operatrice del CUP non è in grado di vedere (!) e così chiedo di ripassarmi la radiologia ma questo non è possibile (SIGH).
Con tanta rassegnazione cerco un vecchio articolo sull’Alto Adige dove si parlava di tempi inferiori a Trento. Chiamo Trento la Tecnomed ma evidentemente i tempi son cambiati e siamo sempre a metà giugno.
A quel punto metà giugno meglio a Bolzano che a Trento.
Richiamo il numero della radiologia e dopo “soli” 25 (venticinque) minuti di attesa riesco nuovamente a parlare con la gentile operatrice che riesce a trovare un appuntamento per il 29 maggio (chissà, forse una disdetta dell’ultimo momento).
Tutto è bene ciò che finisce bene (si fa per dire) ma sono tante le domande che uno si pone in situazioni del genere. Dalla mia scrivania riesco a prenotare con pochi click un volo da qualsiasi parte del mondo, una auto a noleggio, un albergo, una visita in un museo. Possibile che ci si debba trovare ancora oggi nel 2019 in situazioni di questo genere. Perché poi lo chiamano centro UNICO di prenotazioni se poi non è vero. Quello che però non va è sempre questo subdolo modo di essere trattati dalla pubblica amministrazione come neppure la peggiore delle aziende tratterebbe il proprio peggior cliente. E la cosa peggiore è che tutti lo sanno ma nessuno fa nulla. Ormai siamo al punto di accettare un livello tale di maltrattamento psicologico nei servizi pubblici che non ci facciamo più caso.
Burocrazia, disorganizzazione, poco personale…fortuna che “basta un poco di zucchero e la pillola va giù”.
Vabbè, continuiamo così, facciamoci del male